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SPILLOVER. L'EVOLUZIONE DELLE PANDEMIE

  • Immagine del redattore: Marcella
    Marcella
  • 27 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

La prima volta in cui ho sentito parlare di questo libro è stato in un programma televisivo, nel bel mezzo della fase di lock down dovuta al COVID-19.

Io che sono un'eterna curiosa, ho subito ordinato il libro che mi è arrivato a metà aprile, con la sua bella copertina minacciosa, nera e con la raffigurazione di una volpe volante delle Comore.



Questo romanzo, scritto da David Quammen, autore di celebrati reportage del National Geographic e altre riviste che gli hanno valso per 3 volte il National Magazine Award, parla principalmente degli spillover, cioè del momento in cui un patogeno passa da una specie all'altra.

"Ogni nuova e strana malattia, con grande probabilità, arriva dagli animali". D'altronde, da dove potrebbe mai saltare fuori se non da un altro organismo?

Come ci ricorda Quammen, "i virus non hanno organi locomotori, ma molti di loro hanno viaggiato in tutto il mondo. Non corrono, non camminano, non nuotano, non strisciano,. Si fanno dare un passaggio."


Il libro è del 2012, ma trattando di un argomento di grande attualità, ha subito scalato nuovamente le classifiche dei libri più venduti del mese, anche perché otto anni fa profetizzava il Next Big One, la prossima grande epidemia.


"E' ipotizzabile che la prossima Grande Epidemia (il famigerato Big One) quando arriverà si conformerà al modello perverso dell'influenza, con alta infettività prima dell'insorgere dei sintomi. In questo caso si sposterà da una città all'altra sulle ali degli aerei, come un angelo della morte."

Vi sono venuti i brividi?

Quammen è il nuovo Nostradamus?

No, non è così. Gli esperti avevano previsto l'insorgere di una nuova pandemia imponendoci di non rimanere ciechi, impreparati e fatalisti circa l'emergenza e la riemergenza delle malattie zoonotiche. In buona sostanza ciò che si diceva era che la prossima grande pandemia, sarebbe

1) stata causata da un virus zoonotico

2) proveniente da un animale selvatico, come un chirottero

3) probabilmente dopo essersi amplificato in un altro tipo di animale prima di passare agli esseri umani (il cosiddetto ospite serbatoio)

4) gli umani sono venuti forzatamente a contatto con questi animali,

5) molto probabilmente in un wet market, dove la macellazione si effettua sul posto, vengono usate gabbie impilate che fanno si che le deiezioni degli animali in alto cadano su quelli in basso. Un manicomio zoologico. "I mercati forniscono anche un ambiente favorevole alla trasmissione di malattie animali da specie a specie e anche all'uomo."

7) magari situato in Cina, a Dongmen o Chatou

8) il nuovo virus si sarebbe rivelato particolarmente pericoloso se le persone contagiate gli avessero offerto un riparo, diffondendolo, prima di accusare alcun sintomo.

"… in particolare i coronavirus devono essere considerati serie minacce alla salute pubblica. Si tratta di virus con alta capacità evolutiva e provata abilità di causare epidemie nelle popolazioni animali."


Sembra proprio una premonizione,

E invece Quammen ci porta a spasso con lui, alla scoperta del virus Hendra in Australia, che colpiva i cavalli negli anni 90, alla scoperta del virus Ebola, tra la Repubblica democratica del Congo e il Sudan, la Malaria nell'Africa subsahariana, la SARS, un coronavirus ad alta infettività e alta letalità (inoltre sembrava che il patogeno avesse la sinistra abilità di farsi dare passaggi in aereo), negli anni 2000, l'HIV-1, alla scoperta di un mondo sconosciuto ai più, che non hanno intrapreso studi del genere.

E lo fa con uno stile accattivante, tiene viva l'attenzione del lettore e offre tantissimi spunti di riflessione.


"Le zoonosi di origine selvatica rappresentano la più consistente e crescente minaccia alla salute della popolazione mondiale tra tutte le malattie emergenti. Teniamo d'occhio gli animali selvatici, perché mentre li stiamo assediando, accerchiando, sterminando e macellando ci passano le loro malattie. Perché certe strane malattie emergono proprio in quel luogo e in quel momento? Accade oggi con maggiore frequenza rispetto al passato? Se si, perché le nostre azioni ne aumentano l'incidenza? E' possibile invertire la rotta o minimizzare le conseguenze, prima di essere colpiti da un'altra devastante pandemia? Ed è possibile farlo senza infliggere una terribile punizione a tutte le altre specie animali infettate con cui condividiamo il pianeta? Che tipo di germe brutto e cattivo, dall'origine imprevedibile e dagli effetti inesorabili, salterà fuori la prossima volta?"

Ricordiamoci che "uomini e gorilla, cavalli e antilopi, maiali e scimpanzé, pipistrelli e virus: siamo tutti nella stessa barca".


A presto,

Marcella


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