ALASKA
- Marcella
- 20 gen 2019
- Tempo di lettura: 2 min
“In un modo o nell’altro siamo tutti malvagi”
Richard Ramirez, il Predatore della notte.
TITOLO: Alaska
AUTORE: Brenda Novak
EDITORE: Giunti
PREZZO DI COPERTINA: € 14.99

Ci troviamo nel villaggio di Hilltop, remota località dell’Alaska, in cui è stata aperta una clinica, Hanover House, la cui particolarità è quella di essere una clinica psichiatrica di massima sicurezza, che ospita i più feroci serial killer d’America, per poter effettuare degli studi ad opera di Evelyn Talbot, giovane e fragile psichiatra responsabile del progetto, che nel suo passato è stata in prima persona la vittima di uno psicopatico, il suo ex ragazzo, che ha ucciso le sue amiche e l’ha lasciata a morire tagliandole la gola.
Ma lei è sopravvissuta, e ha fatto della sua tragedia lo scopo della sua vita.
Premetto con il dire che il libro non mi è piaciuto.
Innanzitutto al suo interno c’è troppo romance per i miei gusti, la storia si concentra troppo sulle vicende amorose dei due personaggi. Il sergente Amarok, unico esponente della polizia in questa remota regione, affascinato dalla dottoressa, nonostante abbia portato dei pazzi psicopatici all'interno del suo villaggio, ha 7 anni in meno della protagonista, e questo preoccupa molto Evelyn, che inoltre ha seri problemi ad entrare in intimità con l'altro sesso dopo ciò che l'ex fidanzato le ha fatto passare (episodio che non viene mai specificato all'interno del libro).
Quindi giù pagine e pagine di discorsi fra i due relativi al sesso il che, sinceramente, mi ha portata vicina dal saltare a piè pari queste pagine melense e a volte con dialoghi non credibili fino in fondo.
Inoltre, ci sono molte questioni che non vengono approfondite come meriterebbero, perché avrei preferito dettagli un po' più cruenti, e avrei voluto sapere molto di più del passato di Evelyn (d'altronde era un thriller, no?)
Brenda Novak inizia ogni capitolo del libro con una citazione appartenuta ad un serial killer condannato realmente esistito, e sebbene questi non compaiano nel corso della storia, è stata una trovata molto riuscita, e forse, la parte che più ho apprezzato !
"Non era poi così cupo e spaventoso. Io mi sono divertito… uccidere è un’esperienza spassosa."
Albert DeSalvo, lo Strangolatore di Boston
Mi è sembrato che la scrittrice si soffermasse troppo su spiegazioni non richieste e poi sorvolasse su passaggi importanti e più scientifici. Si poteva approfondire la caccia al killer, o i momenti in cui si studia la psiche dei serial killer rinchiusi in carcere.
Questo libro non mi è sembrato per nulla un thriller ad alta tensione, atmosfera e colpi di scena: credo che ciò sia dovuto allo stile di scrittura dell’autrice, perché la storia in se per sé è buona e ha un grande potenziale, che spero verrà soddisfatto nel secondo libro di questa serie, ovvero Hanover House.
“Quando mi avranno mozzato la testa potrò ancora udire, almeno per un momento, il suono del sangue che mi zampilla dal collo? Sarebbe il piacere più grande di tutti.” Peter Kurten, il Vampiro di Dusseldorf
Sono un po’ delusa, spero di rifarmi con il seguito che ho in lettura, anche se là per là avrei voluto cambiare genere, poi ho preferito continuare sperando nell’epilogo del libro che promette un seguito interessante, ma, a essere sincera, non mi aspetto nulla .
Voto:
/5
Voi cosa ne pensate? L'avete letto?
A presto.
Marcella
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